jueves, 19 de diciembre de 2019

Mediterráneo sostenible

Encajado entre África, Asia y Europa, con una gran biodiversidad y características históricas que lo hacen único, el mar Mediterráneo se enfrenta hoy a numerosos desafíos.  Su futuro y el de toda la región pasa por resolver múltiples amenazas: el desarrollo económico, el cambio climático, la demografía, la desigualdad entre el norte y el sur, la población joven, la inclusión de la mujer, el paro, el exceso de urbanización, la democracia, la gestión del turismo, la contaminación, el tráfico marino...

Es imprescindible mejorar la gestión de este mar común y de sus recursos, como por ejemplo la política energética, especialmente en el campo del gas y la energía solar, y conservar su inmenso patrimonio. La historia del Mediterráneo siempre ha estado dependiente  del clima  y la dieta: no hay que olvidar que los productos del suelo dependen del cielo.

En los próximos años, las consecuencias del calentamiento global se volverán más graves. Si no se toman medidas urgentes, el cambio climático y la escasez de agua en el Mediterráneo acrecentarán el impacto de los diferentes conflictos y añadirán nuevos retos. Es preciso ordenar los usos, gestionar los recursos y conseguir la sostenibilidad.

Hoy la mayoría de países están comenzando  a sufrir los efectos de la contaminación y hay una creciente conciencia de que el cambio climático no tiene fronteras, nacionalidad o religión y no se puede detener construyendo muros. Afecta a todos. La situación exige movilizarse y construir juntos un futuro sostenible.
En el Mediterráneo es urgente impulsar la creación de economías eficientes en recursos y resistentes al clima. Es el primer paso hacia un futuro que debe incrementar la cooperación entre las riberas del Mediterráneo, proteger su ecosistema, impulsar los empleos verdes y fomentar el crecimiento sostenible en línea con la Agenda 2030.

Resulta necesario buscar un consenso global con la participación de todos los actores públicos y privados  en torno a los principios generales de afrontar el desafío climático con una combinación de solidaridad social e internacional, innovación tecnológica y oportunidades de negocios.

El potencial de la región es considerable. Cuenta con un sistema de energía hidroeléctrica, recursos eólicos y radiación solar de las más altas del mundo. Técnicamente, la región podría cubrir sus necesidades y la del resto del mundo a través de energía solar.

Todos los recursos deben estar al servicio del Mediterráneo y sus economías y sus pueblos. Ahora es el momento de estimular este crecimiento sostenible en el Mediterráneo .

EXPANSIÓN, Edición Catalunya, Pag.2. Miércoles, 18 Diciembre 2019

sábado, 14 de diciembre de 2019

MEDA ECONOMIC WEEK 2019 Press INFO III


Sustainability is a Business Case!
22/11/19  news  EESC European Economic and Social Committee
 https://www.eesc.europa.eu/en/news-media/news/sustainability-business-case
 Sustainability is of critical importance for business and employers, who play a crucial role as generators of development. A sound and solid economy is the necessary enabler of sustainable development.

We need to seek solutions beneficial in three aspects: economic, social
and environmental. While various stakeholders have much in common in their perceptions of sustainability, they often differ on how to get there. These are some of the conclusions of the discussion on "How business can promote sustainability" that took place on 21 November 2019 in Barcelona, Spain.

"Business is not a problem for sustainability, it is a solution", said Jacek Krawczyk, President of the Employers' Group in his welcoming address. He recalled that business provides and introduces climate and environmental solutions. Ahmed M. El Wakil, President of the Association of Mediterranean Chambers of Commerce and Industry (ASCAME), underlined the importance of Mediterranean cooperation in promoting sustainability.

"Mediterranean cooperation on energy was in the past mainly focused on energy security and distribution. Now it is more and more about renewables and energy efficiency. These aspects will now be in focus, as energy consumption in the region will be growing rapidly", said Houda Ben Jannet Allal, General Director of OME (Observatoire Méditerranéen de l'Energie), who delivered a keynote speech at the meeting.

In the main discussion, representatives of all three EESC Groups put forward their views on sustainability. The debate showed that despite diverging views on sustainability from employers, workers and environmentalists, there is a significant common ground for cooperation. "Competition is key to sustainable development. Competition requires a good regulatory environment but definitely not more regulation" – underlined Tellervo Kylä-Harakka-Ruonala summarising the discussion.

The meeting took place as part of MedaWeek – a yearly conference promoting Mediterranean economic integration. The Members of the Employers' Group took part as speakers in the New Africa Business Development Forum, the ECOmeda Sustainability Summit and the Mediterranean Women Entrepreneurs Forum. During the gala dinner, the President of the Employers' Group, Jacek Krawczyk, received a prize for his contribution to the further development of the Euro-Mediterranean private sector.



Sustainability is a business case!
Nov 22, 2019  AGENPARL Brussels, Belgium
https://agenparl.eu/sustainability-is-a-business-case/





Ascame crea el premio Miquel Valls para galardonar a jóvenes emprendedoras  22/11/2019
https://www.lavanguardia.com/vida/20191122/471786061499/ascame-crea-el-premio-miquel-valls-para-galardonar-a-jovenes-emprendedoras.html

Empresarios apuestan por nuevo modelo económico para impulsar el Mediterráneo. 22/11/2019
https://www.lavanguardia.com/vida/20191122/471786773325/empresarios-apuestan-por-nuevo-modelo-economico-para-impulsar-el-mediterraneo.html



Medaweek 2019: le imprese ripartono dal Mediterraneo
Nov 2019 Redazione
https://www.maltabusiness.it/medaweek-2019-le-imprese-ripartono-dal-mediterraneo/

Il Mediterraneo si conferma l’area geopolitica più in fermento del mondo, sia sotto l’aspetto sociale che imprenditoriale. La dimostrazione arriva da MedaWeek Barcelona 2019 che anche quest’anno si è confermato il più grande vertice economico del Mediterraneo rivolto alle imprese che vogliono fare rete attraverso meccanismi di cooperazione internazionale e creare nuove opportunità di business. L’iniziativa, organizzata dall’ASCAME – Associazione delle Camere di Commercio del Mediterraneo – è tornata a radunare migliaia di delegati tra imprese, consorzi, camere di commercio e organizzazioni internazionali.
A rinnovare la sua presenza come partner ufficiale è stato il network Malta Business, in partnership con il Think tank Imprese del Sud. A tal riguardo, il Ceo e Founder del gruppo, Sergio Passariello ha commentato: “Da Barcellona il mondo economico del Mediterraneo ha chiamato a raccolta le istituzioni e le imprese per fronteggiare con coraggio chi vuole alzare barriere e condurre all’isolamento. MedaWeek è lo spazio di chi vuole, al contrario, abbattere i muri ancora esistenti e tessere una nuova rete di cooperazioni, dialogo e sinergie per affrontare le sfide globali del prossimo futuro. Soltanto uniti possiamo costruire progetti di ampio respiro e fortemente impattanti per dare risposte alle politiche economiche aggressive di potenze mondiali come USA e Cina, alla legittima ricerca di una vita dignitosa da parte di tutte le persone, alle pari opportunità, ai cambiamenti climatici, alla sicurezza dei cittadini e alla necessità di costruire spazi compatibili con la qualità della vita. Tutte queste sfide passano attraverso l’impegno dei Governi e delle persone, ma anche, e soprattutto, dalla capacità di investire, ideare, finanziare e innovare di chi fa impresa. L’economia e la modernità devono essere al servizio di un mondo migliore da lasciare ai nostri figli”.
Tra i temi affrontati durante le tre giornate di dibattiti: la cooperazione tra Europa e Africa per investire nella formazione dei giovani e creare nuova ricchezza, lo sviluppo del settore tessile per rispondere alle esigenze odierne della moda in un’ottica di sostenibilità, gli investimenti nella green economy, l’energia eolica e solare, la riqualificazione delle città e l’economia circolare, gli strumenti innovativi della finanza nei paesi islamici, il sostegno all’imprenditoria femminile e i valori della social economy.
“Come Euromed International Trade e Malta Business – ha aggiunto Passariello – abbiamo scelto di supportare il vertice MedaWeek per il secondo anno consecutivo proprio perché vogliamo amplificare una serie di messaggi positivi da mettere a servizio degli imprenditori che ci seguono per aprire le loro menti e stimolarli a guardare oltre i loro confini, per perfezionare le loro conoscenze e competenze, per tenere in moto il loro spirito di iniziativa e avvicinarli alle opportunità che arrivano dal mondo che ci circonda. Perché il Mediterraneo può conoscere una nuova alba, e le nostre aziende possono essere protagoniste di questa rinascita”.
Adesso arriva il momento di valorizzare tutte le importanti opportunità raccolte per la comunità imprenditoriale italiana e in particolare, considerato l’inquadramento geografico, per le imprese del nostro Meridione.

jueves, 12 de diciembre de 2019

MEDA ECONOMIC WEEK 2019 Press INFO II



MedaWeek 20/11/2019  17:42 A BARCELLONA SI PARLA SVILUPPO SOSTENIBILE DEL MEDITERRANEO - DI DOMENICO LETIZIA




BARCELLONA\ aise\ - Anche quest'anno si svolge a Barcellona, da oggi fino a venerdì prossimo, il MedaWeek 2019, uno dei più importanti vertici internazionali rivolti alle imprese che vogliono fare rete attraverso meccanismi di cooperazione internazionale e creare nuove opportunità di business. L’iniziativa, organizzata dall'ASCAME - Associazione delle Camere di Commercio del Mediterraneo - nel 2018 vide la partecipazione di più di 20.000 delegati tra imprese, consorzi, camere di commercio e organizzazioni internazionali.
Lo slogan e il messaggio che proviene dai lavori è chiaro: "Il Mediterraneo si conferma l'area geopolitica più in fermento del mondo, sia sotto l'aspetto sociale che imprenditoriale".
Il direttore generale dell'Associazione delle Camere di Commercio del Mediterraneo, Anwar Zibaoui, ha dato avvio ai lavori di Barcellona ricordando il grande dilemma lanciato al dibattito pubblico, di 22 Paesi europei, a metà degli anni novanta, intravedendo l'idea di un'area di pace, sicurezza e prosperità condivisa.
Il direttore di ASCAME ha ricordato che attualmente il Mediterraneo e l'Unione Europa necessitano dell'intensificarsi di nuove relazioni a tutti i livelli, rinnovando il modello attuale per far fronte ai problemi odierni in tema di economia, geopolitica, sicurezza e cambiamenti climatici. Durante i lavori è stata ribadita l'importanza del settore privato e del suo ruolo nel guidare le dinamiche della contemporaneità, attraverso una forte alleanza tra le comunità imprenditoriali del Mediterraneo per generare ricchezza e sviluppo eco-sostenibile.
"Il settore privato non è solo un finanziatore di progetti, ma soprattutto un valore imprescindibile di idee, coscienza, innovazione e tecnologia per fronteggiare le sfide dell'attualità e del prossimo futuro", ha ribadito Zibaoui. I promotori dell'evento di Barcellona hanno descritto il Mar Mediterraneo come una delle regioni che risente maggiormente le conseguenze negative dei mutamenti climatici ed è per tali ragioni che "l'economia e la trasformazione economica del Mediterraneo in un sistema green è oggi indispensabile più del passato".
I promotori ribadiscono che l'economia verde ha "un potenziale incalcolabile in termini di generazione di occupazione, innovazione tecnologica e competitività" e quindi tali elementi rappresentano una priorità per i governi, le aziende e i cittadini le cui politiche devono muoversi sempre più verso approcci sostenibili.
Il direttore di ASCAME ha evidenziato che l'energia rinnovabile può riscrivere la storia e la geopolitica del Mediterraneo: "una regione che ha grandi riserve di petrolio e gas ma punta alla diversificazione energetica ed ecologica del proprio sistema energetico". Infinite le opportunità per le imprese italiane e per quelle maltesi al centro del Mediterraneo.
Dall'Italia, Euromed International Trade, in partnership con Malta Business, ha rinnovato la sua partecipazione e il patrocino al summit di Barcellona. A tal riguardo, Sergio Passariello, Fouder e CEO dell'Euromed International Trade che partecipa ai lavori, ha ribadito: "Da Barcellona il mondo economico del Mediterraneo chiama a raccolta le istituzioni e le imprese per fronteggiare con coraggio chi vuole alzare barriere e condurre all’isolamento. MedaWeek è lo spazio di chi vuole, al contrario, abbattere i muri ancora esistenti e tessere una nuova rete di cooperazioni, dialogo e sinergie per affrontare le sfide globali del prossimo futuro. Soltanto uniti possiamo costruire progetti di ampio respiro e fortemente impattanti per dare risposte alle politiche economiche aggressive di potenze mondiali come USA e Cina, alla legittima ricerca di una vita dignitosa da parte di tutte le persone, alle pari opportunità, ai cambiamenti climatici, alla sicurezza dei cittadini e alla necessità di costruire spazi compatibili con la qualità della vita. Tutte queste sfide passano attraverso l’impegno dei Governi e delle persone, ma anche, e soprattutto, dalla capacità di investire, ideare, finanziare e innovare di chi fa impresa. L’economia e la modernità devono essere al servizio di un mondo migliore da lasciare ai nostri figli.
Come Euromed International Trade e Malta Business abbiamo scelto di supportare il vertice MedaWeek per il secondo anno consecutivo proprio perché vogliamo amplificare questi messaggi a servizio degli imprenditori che ci seguono per aprire le loro menti e stimolarli a guardare oltre i loro confini, per perfezionare le loro conoscenze e competenze, per tenere in moto il loro spirito di iniziativa e avvicinarli alle opportunità che arrivano dal mondo che ci circonda. Perché il Mediterraneo può conoscere una nuova alba, e le nostre aziende possono essere protagoniste di questa rinascita".
MedaWeek 2019 canalizza l'attenzione anche sulle prospettive della blue economy, il settore dell'ospitalità, dell'industria sostenibile, la mobilità e le sfide energetiche provenienti dalle risorse di gas del Mediterraneo Orientale.
Quest'anno, inoltre, l'appuntamento ha allargato gli orizzonti verso la vicina Africa e l'Asia, per costruire ponti commerciali e d'investimento con le regioni e le località limitrofe del Mediterraneo.
Opportunità importantissime per la comunità imprenditoriale italiana e in particolare, considerato l'inquadramento geografico, per le imprese del nostro Meridione. (aise) 



Mediterranean Economic Leaders to gather in Barcelona

An entrepreneurial-economic event to explore the necessary measures that Mediterranean countries need to develop a truly globalized economy will be held in Barcelona on Nov. 20-22.

The 13th Mediterranean Week of Economic Leaders (MedaWeek), under its slogan "A new dawn for the Mediterranean", will gather businesses, corporations, government officials, experts and multilateral organizations.

It will also address the challenges economies face with the rapidly changing environment and policies to cope with it, as well as relevant issues for the Mediterranean private sector, such as sustainability, youth unemployment, the skills gap for the 4.0 Industrial Revolution, inclusion of women in the workforce, entrepreneurship initiatives, investment opportunities in Mediterranean countries and Africa, human rights or climate change, among others.

The event, of which Anadolu Agency is global communication partner, will be organized by the Association of the Mediterranean Chambers of Commerce and Industry (ASCAME) and the Barcelona Chamber of Commerce, Industry and Navigation.

"Following a decade of international appraise, MedaWeek Barcelona has become the reference point in the Mediterranean for economic and political dialogue, voicing the interests of the private sector and high level policy-makers in the region and the world," Ahmed El Wakil, the president of ASCAME, said.

The event will focus on three main objectives -- the importance of the African continent’s role for the Mediterranean, alternatives to the Western banking system and the sustainable development needs of the Mediterranean area.

Past editions of the forum featured more than 35 thematics fora, 600 working sessions, 1,800 prominent speakers and welcomed over 20,000 attendees from all over the world.


MedaWeek distingeix el Consorci de la Zona Franca per la promoció de la Logística. Redacció Catalunya Press. 21/11/19

La 13a edició de la Setmana Mediterrània de Líders Econòmics (MedaWeek), que se celebra del 20 a el 22 de novembre a la Casa Llotja de Mar de Barcelona, va lliurar ahir a la nit en el marc del seu Sopar de Gala els Mediterranean Awards.
En aquesta ocasió, la MedaWeek Barcelona 2019 va premiar el Consorci de la Zona Franca de Barcelona en reconeixement a la tasca que realitza l'entitat des de fa més de 17 anys en la cooperació entre zones franques i en la promoció de la logística, el transport i l'immobiliari com a motors de desenvolupament de la regió i de la integració euromediterrània.
El delegat especial de l'Estat al Consorci de la Zona Franca de Barcelona, Pere Navarro, va voler aprofitar aquest reconeixement per "conscienciar tot el sector econòmic i empresarial de la Mediterrània perquè s'impliquin en la consecució dels Objectius de Desenvolupament Sostenibles a l'horitzó 2030 perquè el Mediterrani segueixi sent un mar d'oportunitats"
Navarro també va afegir que "és fonamental donar suport a la innovació tecnològica i la digitalització perquè redunda en benefici del benestar social de la comunitat".
Els Mediterranean Awards també van premiar el Port de Barcelona -que aquest any celebra el seu 150 aniversari-, l'Agència d'Energia Solar del Marroc, Mediterrània Capital Partners, el Comitè Econòmic i Social Europeu, la Cambra de Comerç d'Istanbul i la Cambra de Comerç de Algèria
La 13 edició de la MedaWeek Barcelona, que enguany té com a títol "Un nou alba per a la Mediterrània", finalitzarà demà amb la participació de més de 1.200 participants, majoritàriament destacats empresaris procedents d'Europa, Àfrica, el Golf i del Sud d'Àsia.


La MedaWeek 2019 distingue al Consorci de la Zona Franca de Barcelona, Lunes 25/11/2019
 https://www.elperiodico.com/es/consorci-zona-franca/20191125/la-medaweek-2019-distingue-al-consorci-de-la-zona-franca-de-barcelona-con-el-mediterranean-award-7750156

miércoles, 11 de diciembre de 2019

MEDA ECONOMIC WEEK 2019 Press INFO I

 13 Edición
20-22 Noviembre 2019
http://www.medaeconomicweek.org/

"The MedaWeek Barcelona (Mediterranean Week of Economic Leaders) is nowadays the iconic conference dedicated to promoting the Mediterranean region worldwide. This event endorses the key economic sectors and the cultural values of this region through a wide variety of forums. MedaWeek Barcelona serves as the main meeting point for voicing the interests of the private sector in the socio-economic development of the Mediterranean countries.

Since its debut in 2006, MedaWeek Barcelona has been jointly organized by the Association of the Mediterranean Chambers of Commerce and the Industry (ASCAME) and the Barcelona Chamber of Commerce, Industry and Navigation, with the collaboration of prominent Euro-Mediterranean organizations.
Over the last twelve editions, more than 20,000 businessmen and businesswomen have participated in the MedaWeek Barcelona." 



SOME PRESS - INFO

"MedaWeek llega a su 13 edición como principal Foro de Economïa Mediterránea"
 Barcelona, 27 Octubre 2019   LA VANGUARDIA
"...Esta nueva edición, se celebrará del 20 al 22 de noviembre y contará con la participación de autoridades y empresarios de las dos riberas del Mediterráneo. Bajo el lema "Un nuevo amanecer para el Mediterráneo", la cita pondrá de manifiesto que las economías mediterráneas buscan ahora transformarse en sistemas más respetuosos con el medio ambiente. Así, la cumbre apostará por la sostenibilidad y por las energías verdes, como la solar y la eólica, y por la economía circular, según informan los organizadores...."
"Las oportunidades de inversión en África a debate en la MedaWeek Barcelona"
 Barcelona, 1 Noviembre 2019  LA VANGUARDIA
"Empresarios, expertos y representantes gubernamentales e institucionales abordarán las oportunidades de inversión y comercio que ofrece el continente africano en el Foro para el Desarrollo Económico de una Nueva África (NABDF), que se celebrará en el marco de la Semana Mediterránea de Líderes Económicos (MedaWeek).
La décimo sexta edición del NABDF tendrá lugar el próximo 20 de noviembre bajo el paraguas de la MedaWeek Barcelona 2019, evento económico organizado por la Asociación de Cámaras de Comercio e Industria del Mediterráneo (ASCAME), la Cámara de Comercio de Barcelona, la Unión por el Mediterráneo (UpM), el Instituto Europeo del Mediterráneo (IEMed) y el Consorcio de la Zona Franca.
En este foro se abordarán cuestiones como la importancia de la colaboración regional para encaminar a África hacia una nueva fase de crecimiento económico y desarrollo o la potencialidad del continente en el ámbito de la inversión y el comercio.
En este evento, además, se expondrán diversos modelos de negocio de éxito, soluciones innovadoras y casos de buenas prácticas de empresas de todo el continente, según explican los responsables de la MedaWeek, que se celebrará del 20 al 22 de noviembre en la Casa Llotja de Mar.
El NABDF tratará asimismo las oportunidades de empleabilidad de un continente que, según los organizadores del encuentro, necesita crear 20 millones de puestos de trabajo al año, multiplicar el número de centros educativos y mejorar sus infraestructuras para dar respuesta al elevado crecimiento de su población.
Otro de los temas que centrarán el debate será la "infrautilización" del gran potencial que tiene África en materia de energías renovables. "El Mediterráneo y África juntos concentran el 60 % del potencial solar del mundo, ya que algunos países llegan a acumular alrededor de 3.000 horas de luz al año", señalan los impulsores del programa.
Para que se materialicen las oportunidades de inversión que ofrece África es necesario, no obstante, que el continente siga un curso pacífico y de crecimiento sostenido en el tiempo, así como la integración económica territorial.
El desafío, apuntan desde la MedaWeek, radica ahora en "la implementación de un mercado común africano, de una zona de libre comercio que promueva los intercambios".

"La Cumbre del Mediterráneo, Europa y África, apuesta por una economía sostenible y circular"  28 Octubre 2019 ,   TENDENCIAS 21 (Revista Electrónica)

"MedaWeek celebra su 13ª edición bajo el lema “Un nuevo amanecer para el Mediterráneo”, en una clara apuesta por la transformación de las economías mediterráneas en sistemas más dinámicos y respetuosos con el entorno, que se alinea con los Objetivos de Desarrollo Sostenible de Naciones Unidas.
 Los temas más relevantes para el tejido empresarial mediterráneo estarán presentes en el encuentro en forma de foros y seminarios en los que los participantes podrán intercambiar conocimientos, casos de éxito y buenas prácticas. África será uno de los focos principales de la edición 2019 por las múltiples oportunidades de desarrollo, colaboración e inversión que el continente brinda, sobre todo a los países de la ribera sur mediterránea.
 La economía circular y la regeneración urbana serán los asuntos de actualidad que, junto con el potencial de las energías solar y eólicas en los países mediterráneos, tendrán cabida dentro dela cumbre de sostenibilidad. Sin embargo, el sector privado mediterráneo no solo debe que reinventarse en materia medioambiental, sino que la progresiva incorporación de la mujer resulta también esencial para su eficiencia a medio y largo plazo.
 Tras 12 exitosas ediciones, la ‘Semana Mediterránea de Líderes Económicos’ se ha constituido como el principal foro para la promoción del sector privado y la integración regionales. Un evento que ha acumulado más de 20.000 participantes desde su creación y que este año contará con numerosos foros, seminarios, encuentros corporativos y reuniones institucionales."


 Las mujeres serán protagonistas en la 13ª Semana Económica de Líderes Mediterráneos
19 Noviembre 2019, MujerEmprendedora Periodismo Constructivo
Las mujeres desempeñan un rol esencial para el desarrollo económico de los países mediterráneos y la consecución de los objetivos de integración regional. Un colectivo que, a pesar de estar cada vez más presente en posiciones emprendedoras y en puestos directivos, todavía tiene un largo camino por recorrer hasta llegar a la inclusión plena especialmente en las economías del norte de África y Oriente Medio.
En los países de la ribera sur del Mediterráneo, la tasa de participación femenina en la economía es de las más bajas del mundo con un promedio de tan solo un 16% frente al 33% mundial. Un hecho que provoca que aminore el crecimiento de la región, pues solo mediante la participación de las mujeres en el trabajo se consigue aumentar la clase media y reducir las desigualdades sociales y de género.
La incorporación de la mujer al mundo laboral podría añadir 12 billones de dólares al PIB mundial para el año 2025 e incrementar el crecimiento económico en 600 billones de dólares anuales en los países de Oriente Medio y el norte de África. Una zona en la que, a pesar de los grandes avances registrados en los últimos años, la representación de la mujer en el mercado laboral sigue siendo menor al 30%, cifra muy inferior a la del porcentaje de hombres: un 77%. Los datos de desempleo son también preocupantes para la región, ya que la tasa de paro entre las mujeres se sitúa en el 18% llegando a alcanzar el 41% en el caso de las más jóvenes.
Para hacer frente a esta realidad, una de las sesiones del ‘Mediterranean Women Entrepreneurs Forum’, co organizado por Afaemme (Association of Organisations of Mediterranean Businesswomen), tratará sobre la nueva generación de jóvenes mujeres emprendedoras. El encuentro está pensado para que participe cualquier mujer, independientemente de si acaba de iniciarse en el mundo empresarial o lleva años en los negocios. Será una plataforma idónea para establecer relaciones de negocio, compartir buenas prácticas y analizar el papel de la mujer en el desarrollo económico de la región.
El Mediterráneo no alcanzará un nivel de progreso aceptable si no apuesta por la igualdad de oportunidades y garantiza la plena participación de la mujer en la economía. En opinión de Anwar Zibaoui, Coordinador General de ASCAME, “el Mediterráneo necesita su mejor talento. Privarse de la mitad de su población es algo impensable”. Además, asegura que “promover una relación positiva entre el avance de las mujeres en la economía y el crecimiento del PIB es una necesidad para hacer frente a los retos económicos de la región y aprovechar plenamente el talento de toda la población y no solo de una parte”.
MedaWeek Barcelona 2019 está organizado por ASCAME, la Cámara de Comercio de Barcelona, la Unión por el Mediterráneo (UpM), el Instituto Europeo del Mediterráneo (IEMed) y el Consorcio de la Zona Franca de Barcelona. Una plataforma de cooperación empresarial que aspira a conseguir un Mediterráneo más saludable, limpio e igualitario, que rompa con los viejos enfoques y construya nuevas relaciones entre las dos orillas del Mediterráneo y África. Concretamente, MedaWeek Barcelona 2019 forma parte del Plan Internacional de Promoción Fondo Europeo de Desarrollo Regional (Feder) de la Cámara de España.

martes, 26 de noviembre de 2019

La reputación de un país inspira

Hablar de reputación como atractivo internacional de un país es un tema complejo en un mundo caótico y lleno de turbulencias. Los desafíos superan a los estados. El poder es más difuso y las relaciones internacionales impredecibles. Muchos países ven afectada su reputación por la inestabilidad, el Brexit, la desaceleración, las guerras comerciales, los populismos hostiles, el cambio climático o muchos otros frente abiertos.

Sin embargo, la percepción de la reputación del país, tanto a nivel interno como externo, tiene impacto en la dinámica de las exportaciones, en el atractivo para inversiones extrajeras o en los flujos turísticos. Tener una buena reputación es beneficioso para crear riqueza y empleos.

La reputación condiciona la elección y decisión de los agentes económicos: elegir una marca o producto se hace sobre la base de la percepción de los consumidores e impacta sobre las empresas que lo fabrican.

Es útil señalar que la reputación es difícil de medir, pero nadie discute su importancia y el valor económico que da, especialmente, a una empresa o un país. Hasta una pyme tiene una reputación que defender y que es clave para su supervivencia.

Esta realidad, tan obvia en el mundo de los negocios y la economía, también se aplica a la reputación internacional de un país, y es todavía más decisiva porque afecta al desarrollo económico, la internacionalización empresarial, la acción diplomática del país y su posición dentro de la comunidad internacional.

Muchas variables consiguen que un país inspire confianza: la calidad, el estilo de vida, la habitabilidad y sostenibilidad, su estabilidad, su sistema educativo, una economía estable, la innovación y tecnología, el entorno político e institucional, la ética y la transparencia, los lideres admirados, las empresas o marcas que triunfan, los productos de calidad, buenas infraestructuras, la oferta turística y de ocio, los recursos naturales.. Ofrecer una entorno favorable se traduce en respeto internacional.

Las percepciones o opiniones sobre cada una de estas variables surgen de experiencias personales, pero también de las comunicaciones recibidas, de estereotipos acumulados o de informaciones dimensionadas. Lograr una buena reputación requiere mucho tiempo, y mantenerla, mucho esfuerzo, coherencia y constancia. Sin embargo, se puede perder muy rápido una buena reputación por mala gestión o por una percepción que puede no ser cierta, pero sus consecuencias si lo son. Las reputaciones negativas no son fáciles de borrar y las percepciones pueden destruirlas.

Expansión, Edición Catalunya, Pag.2 Lunes, 25 noviembre 2019

jueves, 7 de noviembre de 2019

Oportunidades de inversión en África. El Mediterráneo abre sus puertas. Meda week2019

África hoy - Radio Exterior de España. RTVE
Lunes a Viernes. 16:05 h.
Dirigido y presentado por Mavi Aldana. 
"A través de las voces de los protagonistas, el programa de radio pretende mostrar las diversas y multiples realidades de la realidad del continente africano"

Programa del Miércoles, 16 de Noviembre de 2019
"África hoy: El Mediterráneo abre las puertas a las oportunidades de inversión en África"
Duración: 25:59

"La MedaWeek Barcelona 2019 acogerá una nueva edición del Foro para el desarrollo económico de una nueva África, que destacará la importancia de la colaboración regional en el camino de África hacia un nuevo crecimiento económico y desarrollo. Además, la cumbre dará a conocer oportunidades de inversión en el continente africano"

Entrevista Anwar Zibaoui


lunes, 4 de noviembre de 2019

Los libaneses han dicho basta

Nunca antes la población del Líbano se había unido así. Millones de libaneses de todas las religiones, posición social o política se han unido bajo una sola bandera para expresar su frustración y consternación con un Gobierno y un sistema que les ha traicionado demasiadas veces desde su fundación en 1943. Las protestas masivas que estallaron después de que el Gobierno anunciara nuevas medidas fiscales regresivas tienen su origen en los niveles extremadamente altos de desigualdad: el 1% de los depositantes posee más del 50% de los depósitos.

Aunque la guerra civil terminó hace 30 años, fallan servicios básicos como electricidad, agua, sanidad o acceso a educación. Se pisotean los derechos más básicos de una población que ha decidido rebelarse. Estudiantes, profesores, 'pymes', médicos, trabajadores o pensionistas, los libaneses comparten los mismos sentimientos de fatiga e injusticia, el deterioro de las condiciones económicas y de las perspectivas de futuro.

Una tasa del desempleo del 30% y una inflación del 6% sitúa al Líbano en un índice de miseria del 36%.Tiene un gran déficit fiscal y comercial, una enorme deuda contraída por la reconstrucción tras la guerra civil y el impacto de los conflictos en la región.

La política libanesa es un mosaico de alianzas contradictorias basadas en la supervivencia por encima de todo y está controlada por los grandes actores regionales. El conflicto en Siria explica en parte la inestabilidad del país. Pero el sistema político libanés confesional impide un el consenso nacional y prolonga el estancamiento. Esta situación ha generado apatía y desilusión entre la población.

Paciencia y coraje

Líbano ha soportado tensiones regionales, acoge a dos millones de refugiados, combate al terrorismo mientras teme el colapso económico, y ve, con  sus 16 millones de emigrantes, como la emigración es parte de su historia y su presente, y define y determina su economía, cultura y la movilidad de su capital humano.

Este movimiento de la sociedad civil es el primer desafío real a los partidos establecidos y la élite gobernante. Y es otro ejemplo de población que se rebela contra la corrupción, los monopolios y el control unilateral del poder que excluye a lo demás. Vivir dignamente no puede ser un sueño inalcanzable.

Ahora, Líbano necesita líderes capaces de desactivar crisis y hacer concesiones para el interés general. La democracia requiere diálogo y escuchar a la gente. Es necesario un período de transición rápido, un gobierno provisional que se forme sobre la base de la competencia y coloque el Líbano en el camino hacia la recuperación.

Es el momento de la dignidad y de una nueva generación que asuma su propio destino para construir un futuro mejor. Será una batalla compleja por la composición interior, y por las conexiones regionales e internacionales. Es preciso paciencia, responsabilidad y coraje. Cuando emerja la libertad en Oriente Medio, lo hará en gran parte debido a que Líbano es libre.

El Periódico de Catalunya, Edición Digital. Opinión,  Lunes 04 / 11 /2019

miércoles, 23 de octubre de 2019

Financiación sostenible

La sostenibilidad empieza a estar en la agenda de La banca y los entornos industriales y comerciales de la mayoría de economías. Además de los temas financieros, hay factores ambientales, sociales y de gobernanza que tener en cuenta. Se reforman las políticas públicas y hay una nueva conciencia comunitaria ante los negocios.

Porque crece el consenso: nuestro bienestar a medio y largo plazo depende de un entorno saludable respaldado por un desarrollo económico y social sostenible. El cambio climático ha sido descrito como el desafío clave de nuestro tiempo y debe estar a la vanguardia de toda toma de decisiones.

Se está creando conciencia a través de iniciativas de la ONU, como los Objetivos de Desarrollo Sostenible (ODS) y el Acuerdo de París, que busca limitar el calentamiento a 1,5 grados centígrados. Hay economías avanzadas que están más cerca de cumplir estos requisitos, pero los países emergentes y en desarrollo enfrentan una brecha de financiación que requiere del apoyo de la banca y el sector privado.

A medida que inversores y empresas aceptan las implicaciones que supone el cambio climático y la cuestión ambiental, la inversión sostenible ganará y se tomarán las decisiones comerciales adecuadas. A nivel mundial, se han lanzado iniciativas como los Bonos Climáticos y los Principios de Finanzas de la Economía Azul Sostenible de la UE.

La sostenibilidad está impulsando la innovación en el sector financiero. Se empieza a incentivar al prestatario con descuentos o mejores condiciones financieras si es más sostenible. Otras acciones buscan financiar a las PYME en los países en desarrollo, apoyar las microfinanzas y proporcionar fondos para proyectos sostenibles. De hecho, la industria está viendo un fuerte aumento en el desarrollo de productos que impactan positivamente el medio ambiente, como las emisiones globales de bonos verdes.

Con la conciencia de los ODS en su punto más alto y la demanda de los inversores que buscan más opciones que ayuden a hacer de este mundo un lugar más sostenible, las instituciones financieras están en una posición única para crear un impacto positivo y contribuir a la creación de un mercado autosuficiente  que respalde una economía verde. Las finanzas tocan todos los aspectos del ciclo. Hay grandes oportunidades para que los bancos transfieran más de sus balances a proyectos sostenibles para apoyar el desarrollo social.

EXPANSIÓN, Edición Catalunya, Pag.2 Miércoles, 23 octubre 2019

jueves, 17 de octubre de 2019

Barcelona Meeting Point Congress OCT2019

Barcelona Meeting Point BMP Congress
https://www.bmpsa.com/es/index.html
https://www.zfbarcelona.es/es/
Primera Edición del FORO INMOBILIARIO DEL MEDITERRÁNEO
Jueves, 17 Octubre 2019



Mediterranean Real Estate Forum - FORO INMOBILIARIO MEDITERRÁNEO

BMP Acoge la primera edición del Foro Inmobiliario del Mediterráneo.
La primera edición del " Mediterranean Real Estate Forum 2019: a look into the future" se celebra mañana jueves, 17 de octubre, en la capital catalana en el marco del Barcelona Meeting Point.
Se trata de una conferencia que contará con dos paneles sobre mercados públicos y privados, además de oportunidades de inversión regionales y sectoriales, e incluirá presentaciones corporativas de empresas lideres y emergentes, así como reuniones  one-2-one.
Como apunta Anwar Zibaoui, coordinador general de Ascame, "En esta primera edición queremos destacar la relevancia de la emergencia de los mercados inmobiliarios y todos los sectores asociados como un factor clave y vital para impulsar el desarrollo económico en los países mediterráneos. Esto se debe especialmente a que estos mercados han contribuido en gran medida a la creación de nuevos empleos y al surgimiento de una serie de industrias paralelas, lo que ha llevado a un aumento del PIB".

Plataforma para el intercambio
La primera edición del Foro Inmobiliario del Mediterráneo (o Mediterranean Real Estate Forum) es un compromiso con la industria inmobiliaria y urbana como base fundamental para el desarrollo económico, cuya visión es proporcionar a este sector una plataforma para el intercambio y la cooperación empresarial en nuevas iniciativas, programas y presentaciones de proyectos".
Una conferencia internacional de un dia de duración que cubrirá oportunidades de inversión inmobiliaria en tres regiones (Europa, Medio Oriente y África del Norte), presentaciones de planificación urbana, y oportunidades de desarrollo de infraestructuras en diferentes zonas.
El foro se estructurará en dos sesiones plenarias principales: "Visión general de los mercados inmobiliarios del Mediterráneo" e "Inversión en el sector inmobiliario del Mediterráneo".
Las sesiones de inversión inmobiliaria se centrarán principalmente en las oportunidades en Europa, mientras que las sesiones de planificación urbanística e infraestructuras se centrarán en los países de la Unión Europea y la región MENA.
Organizado por el Consorcio de la Zona Franca de Barcelona, con la colaboración de la Cámara de Comerç de Barcelona, Ascame, Fiabci International Real Estate Federation, e IHRA. El Mediterranean Real Estate Forum destacará las oportunidades de inversión que surgen de las políticas de diversificación económica y liberalización actuales en la región. El evento también se centrará en la nueva capital de Egipto, la KSA-Vision2030, y en oportunidades de inversión corporativas y financieras. Una excelente oportunidad para presentar una empresa a los principales inversores globales y corporativos.


"MEDITERRANEAN REAL ESTATE FORUM 2019" en los  Medios de Comunicación

Inmodiario: Barcelona se convierte en capital del sector inmobiliario
https://www.inmodiario.com/191/28210/barcelona-convierte-capital-sector-inmobiliario-mediterranean-real-estate-forum.html

Economia de hoy.es   " La Primera Edición del "Forum Inmobiliario Mediterráneo"" nace en el marco del BMP-2019 fruto del compromiso de la industria inmobiliaria y urbana como base fundamental para el desarrollo económico de la región Mediterránea" 

domingo, 29 de septiembre de 2019

Perspectivas económicas en el Magreb

La región del Magreb se encuentra en un momento político y económico clave para su futuro. Los continuos disturbios y protestas políticas, además del conflicto abierto en Libia, afectan a la situación económica. 

En Argelia, tras la renuncia del Presidente Bouteflika, las reformas económicas y políticas previstas y los esfuerzos para abordar el nepotismo y la corrupción se han ralentizado, generando incertidumbre. Hay preocupación por el equilibrio fiscal y la inflación, y especialmente, por los ingresos que provienen de hidrocarburos, que representan el 80% del total.

En Marruecos, se mantiene la estabilidad económica y las perspectivas inmediatas, aunque hay protestas sin resultados ni cambios políticos que resuelvan los problemas de fondo. Se ha controlado la deuda, y el reto más importante para el reino es el rápido crecimiento de la población. El desempleo juvenil y el lento crecimiento incrementan la desigualdad y desencadenan malestar social.

Túnez se enfrenta a las subidas de impuestos en el combustible y los bienes básicos, y a las políticas de austeridad y a nuevas elecciones parlamentarias y presidenciales. Pero se esperan progresos. La inflación está disminuyendo y el Gobierno se está consolidando fiscalmente, lo que debería detener el aumento de la deuda pública para 2020.

En Libia, el conflicto abierto mantiene al país -en el ámbito político y económico- encaminado a una incertidumbre prolongada y una interrupción económica. 

Sin embargo, se estima que la región crecerá más del 2% este año. Túnez y Marruecos alcanzarán un 2.7% y 3.2 % en 2019, y hasta un 3.2% y un 3.8% en 2020. Argelia y Libia quedarán por debajo del 2%.

Hay mucho margen de mejora. Recuperar el proyecto de integración de la Unión del Magreb Árabe seria clave en una región que tiene ya más de 101 millones de personas y enormes recursos naturales. Y no olvidemos que su situación geográfica es clave, entre Europa al norte, y el África subsahariana al sur.  

China se aprovecha de las ventajas de esta región y ha conseguido un avance espectacular  aumentando su comercio y sus esfuerzos de inversión en un 15%. A de pesar que la UE sigue siendo  el primer socio económico del Magreb y dos tercios de los intercambios magrebíes se efectúan con la UE, las empresas europeas sólo dedican el 2% de sus inversiones en esta región.

La perturbación política paraliza las economías y puede disuadir las inversiones extranjeras en el corto plazo. Sin embargo, toda la región podría mejorar rápidamente si se acometen las reformas adecuadas.

Expansión, Edición Catalunya, Pag.2  Jueves, 26 septiembre 2019

martes, 24 de septiembre de 2019

El mito de Beirut

Beirut en la Fiesta de La Mercè, Barcelona- 2019

Beirut es la ciudad invitada por Barcelona en sus fiestas de la Mercè. En el corazón de Oriente Próximo, en la otra orilla del Mediterráneo, la capital del Líbano es una ciudad plural, desconcertante, fascinante y adictiva. Tras milenios de ocupaciones de diferentes imperios, y una larga historia de emigraciones forzadas que trajeron de vuelta influencias de todo el mundo, Beirut es una fusión cultural, política y religiosa única.

Es una de las ciudades más antiguas del mundo, con un patrimonio fenicio, romano, árabe, otomano o francés, y que ha vivido tiempos difíciles por décadas de invasiones o la guerra civil. Sin embargo, pocos signos quedan de la destrucción. Y, en el caos, en el choque de ideas, edades y visiones, Beirut ha generado algunas de las mentes más innovadoras: escritores, músicos, arquitectos, diseñadores inspirados por las contradicciones y la energía de esta ciudad donde todo es posible, incluso si no está permitido.

En los 20 años previos al estallido de su guerra civil, en 1975, la pequeña capital de este estado frágil y complejo atrajo todo tipo de gentes e ideas. Se publicaron diarios sin censuras. Los bancos locales se llenaron de depósitos de los estados del Golfo. Se cuadruplicó el área construida. Beirut atraía a pensadores, artistas, espías y empresarios de todo el mundo.

Hoy, tras nuevas guerras e invasiones, y nuevas crisis y recuperaciones, la ciudad es el verdadero termómetro de la región, para bien o para mal.

A unos centenares de kilómetros de Beirut, está prohibida la vida nocturna. Se prohíbe hablar de historia o literatura, del respeto a las minorías, la libertad de expresión, los derechos de la mujer, de los homosexuales o la laicidad. Beirut es un soplo de aire fresco en una región donde estos y otros temas no pueden todavía expresarse sin denuncia.

Aunque todo esto puede cambiar. Líbano está lejos de ser el país de las maravillas. Está acosado por graves desafíos internos y externos, y una clase política ineficaz, que aplaza los proyectos claves. A Líbano le cuesta aprender la lección y aceptar que es una nación de minorías donde todos pueden vivir, y donde la convivencia es posible si hay voluntad.

La guerra civil terminó hace 29 años, pero la política todavía está dominada por excaudillos y dinastías familiares enredadas en divisiones sectarias. Mientras, la gentetienen demandas, aspiraciones, como estabilidad, electricidad, agua, recogida de basuras, empleo juvenil, seguridad y economía y un gobierno que refleje esas demandas y su diversidad.

Porque, a pesar de todo, los libaneses siguen siendo un pueblo resistente a las incertidumbres, con una red sin igual de emigrantes en todo el mundo. Desde tiempos remotos, Beirut es un puente entre el este y el oeste. La puerta natural hacia y desde la región. Centro comercial ,financiero y universitario. Mestiza, con su rica cultura, y su sociedad vibrante, ocupada y destruida en varias ocasiones, pero tras ocho mil años, siempre renace como ave fénix.

El Periódico de Catalunya, Pag.5, Sabado 21 septiembre 2019

Edición Digital

Beirut es la ciudad invitada por Barcelona en sus fiestas de La Mercè. Es una de las ciudades más antiguas del mundo, y tras milenios de invasiones, imperios y crisis, pocos signos quedan de la destrucción. Y, en el caos y el choque de ideas y visiones, Beirut ha generado algunas de las mentes más innovadoras, inspiradas por las contradicciones y la energía de esta ciudad donde todo es posible, incluso si no está permitido.

En los 20 años previos al estallido de su guerra civil, en 1975, la pequeña capital de Líbano, un estado frágil y complejo, atrajo todo tipo de gentes, artistas, espías, empresarios e ideas. Se publicaron diarios sin censuras. Los bancos locales se llenaron de depósitos de los Estados del Golfo. Se cuadruplicó el área construida.

Hoy, la ciudad es el verdadero termómetro de la región, para bien o para mal y un soplo de aire fresco en una región convulsa. En países limítrofes, a pocos kilómetros, está prohibida la vida nocturna, hablar de historia, minorías, libertad de expresión, derechos de la mujer o los homosexuales.

Todo esto puede cambiar. La guerra civil terminó hace 29 años, pero hay graves desafíos internos y externos. La política sigue dominada por divisiones sectarias y políticos ineficaces que aplazan los proyectos claves. La población demanda estabilidad, electricidad, agua, recogida de basuras, empleo juvenil, seguridad, y un gobierno que refleje sus demandas y su diversidad.

A Líbano le cuesta aprender la lección y aceptar que es una nación de minorías donde todos pueden vivir, y donde la convivencia es posible si hay voluntad.

Porque, a pesar de todo, los libaneses siguen siendo un pueblo resistente a las incertidumbres. Con una red sin igual de emigrantes en todo el mundo y una sociedad vibrante, es la puerta natural hacia la región. Centro comercial, financiero y universitario. Fusión cultural, política y religiosa única. Es Beirut, mestiza, destruida y renacida varias veces, tras ocho mil años, como ave Fénix.
"La Corniche" de Beirut, Foto EFE Wael Hamzeh

martes, 23 de julio de 2019

Europa: Balance negativo en Oriente Próximo


Ahora que se va a constituir una nueva Comisión Europea es hora de hacer balance de la actuación exterior  de los últimos años y especialmente en Oriente Medio.

Europa está paralizada. La política exterior de Donald Trump con su enfoque populista, aumenta las dificultades y las crisis en el mundo. Ante esta realidad, los líderes europeos deben tomar medidas para alcanzar soluciones concretas a cualquiera de los conflictos en Oriente Medio. Es urgente, porque se ha demostrado que impactan en Europa, como con el auge de los movimientos extremistas.

Las relaciones internacionales se están volviendo caóticas e impredecibles, llenas de incertidumbre y  en Oriente Medio hay muchos ejemplos. Palestina ve su territorio reducido cada año. Siria está dividida en varias facciones. Líbano aparentemente se ha rendido a su destino. Libia ha entrado en una nueva fase de guerra civil. Argelia y Sudan están pendientes de la revuelta de su pueblo y las respuestas del estamento militar. Irak aún está sangrando, mientras Jordania se mantiene difícilmente a flote. Y el rescate del acuerdo nuclear con Irán  se va derrumbando y Turquía  navegando entre Rusia y EEUU.

Mientras tanto, Europa está debilitada, y es incapaz de llenar el vacío dejado por los EEUU. Agotada por sus divisiones internas y las crisis, conflictos de refugiados o de identidades. Disputas que favorecen especialmente a Rusia, que refuerza su estatus político, y a China, que está tratando de reemplazar económicamente a los EEUU y a Europa en el mundo.

En Oriente Medio, Putin es el mayor beneficiario de la debilidad  de Europa, posiblemente, con la complicidad del amigo americano Trump. Y en el plano económico, China se consolida como el primer socio comercial de Oriente Próximo y África, en detrimento de la UE.

De hecho, la Unión Europea es el segundo socio económico de los países árabes. Sin embargo, el comercio entre las dos partes, si bien es importante y denso, se mantiene por debajo de las expectativas. Además, estos intercambios se caracterizan por su asimetría: la tasa de importaciones árabes de la UE representa el 27% del volumen global, mientras que las exportaciones árabes a Europa es del 11%.

La estabilidad y la seguridad están amenazadas por comportamientos y políticas mal planeadas que generan más desigualdades y peligrosos desafíos. 

Es responsabilidad de Europa ayudar a sus vecinos  a lograr el desarrollo económico, científico y tecnológico necesario para reducir las disparidades económicas y sociales y promover una renovación del mundo árabe. Para este fin, es preciso iniciar proyectos de desarrollo concretos  para movilizar las inversiones y las personas y establecer equilibrios productivos que respondan a las preocupaciones comunes de seguridad, económicas y sociales.

Configurar futuras alianzas para crear un entorno que favorezca la convivencia y la cooperación entre los pueblos de las dos regiones. Esta acción permitiría la integración de las generaciones emergentes y el arraigo de los valores de tolerancia y aceptación del otro, más allá de los estereotipos trillados, lejos de cualquier forma de exclusión y rechazo que engendre irreparablemente una lógica de confrontación y antagonismo.

Es posible construir una relación sana entre el mundo árabe y Europa, alejada de prejuicios, con una gestión común de los problemas comunes, la inmigración, el terrorismo, el cambio climático, la demografía, la urbanización, la corrupción y la democracia.  Es posible un enfoque global e integrado y una responsabilidad compartida. Tenemos el mismo objetivo: el desarrollo común. La UE debe implicarse ya que su futuro está estrechamente relacionado con la capacidad de desarrollo de la región.

Hay opciones y recursos. La tarea es difícil, hay muchos desafíos, pero existen mecanismos y estructuras como "El diálogo 5 + 5" o  la "Unión por el Mediterráneo" o La Unión del Magreb Árabe que se pueden dinamizar para asentar la cooperación euro-árabe. El esfuerzo humanitario europeo debe transformarse en una campaña diplomática para restablecer la paz y la estabilidad en algunos países de la región. De lo contrario, Europa no habría cumplido con sus obligaciones morales históricas.

El equilibrio geopolítico global está cambiando, y Europa en lugar de mirar hacia adentro, debe forjar su propia visión estratégica sobre el nuevo orden global, una visión unificada hacia EEUU y China y hacia sus vecinos en Oriente Medio. El futuro será de todos, o no será.

El Periódico de Catalunya, Opinión, Lunes, 22 Julio 2019

jueves, 11 de julio de 2019

Plataformas de Desarrollo : Zonas Francas

 Barcelona acogió a finales de junio el congreso Mundial de Las Zonas Francas en un momento de auge de este concepto especialmente en  Asia y África.

El Mediterráneo es un mar de unión de tres continentes. En sus orillas, hace 2.000 años se creó el primer puerto libre y franco impulsado por Fenicios, Cartagineses o Romanos, como plataforma alternativa para facilitar el comercio y la logística de los mercaderes, y asi extender su dominio comercial. Gibraltar, en 1704, o Singapur, en 1849, son otros ejemplos. En 1959, se estableció la primera Zona de Libre Comercio moderna en Shannon, Irlanda, junto a su aeropuerto internacional.

En la actualidad estos territorios delimitados dentro de un país, ofrecen unas condiciones económicas especiales para las empresas alojadas, con el fin de fomentar la actividad económica. Cada país determina las normas fiscales, los beneficios económicos y las características de esos espacios donde las mercancías pueden desembarcarse, almacenarse, manipularse, fabricarse o reexportarse según unas regulaciones aduaneras específicas.

En los últimos 50 años, estas zonas han jugado un papel importante para impulsar el desarrollo económico de varios países. Existen 19 términos para designarlas, como Zonas Francas, Zonas de Comercio Exterior, Zonas Económicas especiales o de procesamiento de Exportaciones (ZPE) y generalmente están situadas junto a puertos marítimos, aeropuertos o lugares con ventajas geográficas. En el mundo hay más de 4.500 zonas así, en 135 países, 839 en países de la OCDE,y, en conjunto, originan el 30% del comercio mundial.

Tienen un enorme potencial para atraer inversión extranjera, nichos de creación de empresas, crean empleo, desarrollan el sector logístico y como plataforma económica del país.

Aun así deben luchar contra otros factores perjudiciales y menos atractivos, como su utilización en algunos países por algunas empresas/multinacionales que aprovecharlas exenciones impositivas sin ajustarse a los derechos laborales. O porque el almacenamiento de bienes complica la detección de productos falsificados o otras actividades ilícitas. Por ello es urgente impulsar la buena gobernanza, la regulación y el cumplimiento de estándares.

Las Zonas Francas desempeñan un papel importante en estimular el crecimiento de muchas regiones y son fundamentales para la economía global, pueden atraer importantes beneficios económicos para los países anfitriones y las empresas alojadas. Una buena supervisión y mantener sus ventajas atractivas  conducirán al éxito.

Expansión, Edición Catalunya, Pag.2 Jueves, 4 julio 2019

martes, 9 de julio de 2019

La logistica mediterránea: apuesta ganadora


Barcelona vuelve a escenificar el espíritu mediterráneo durante los días 26 y 27 de Junio, en la 17 edición de la Cumbre Mediterránea de logística y Transporte, la gran cita anual del sector Logístico mediterráneo. La celebración de la cumbre en los últimos años representa, el triunfo de la unión  frente a los que amplían la brecha. La construcción de puentes sobre los muros, y sobretodo conectar ambas orillas a través de sus empresas y su gente. Muchas oportunidades de negocios han surgido y muchas propuestas se han realizado.

Barcelona por su situación geográfica, estratégica, así como sus capacidades e infraestructuras se está consolidando como  la referencia del sector logístico y de transporte  del Mediterráneo. Pero debe preparase para dar respuestas a los retos que se avecinan, la apuesta por las infraestructuras debe seguir siendo prioritaria, especialmente por el corredor mediterráneo.

El comercio mundial se está desplazando y el modelo que lleva siglos y que vio como las potencias marítimas situadas en el mundo occidental llevan el control de los flujos de carga a través está dando paso a un futuro más multidireccional y multimodal. 

En esta nueva dinámica, China empieza a ejercer una mayor influencia en el comercio mundial, con el lanzamiento de la Nueva Ruta de la Seda. Una iniciativa con una inversión de miles de millones de dólares,que tiene como objetivo formar de nuevo el comercio intercontinental a través de una nueva red de conexiones marítimas y de tierra entre Asia, Europa y África, basadose en las antiguas rutas comerciales. El  Mediterráneo tiene la clave. La expansión China para ganar la supremacía en los puertos de la región  no para de crecer .

Hace 2.000 Años se creó el primer concepto de puerto libre, entre Caldeos, Fenicios y Cartagineses para facilitar el comercio. Pero el mare Nostrum corre el riesgo de perder su liderazgo a pesar de sus  ventajas.  El  Mediterráneo se sitúa justo donde Asia, Europa y África están muy próximos entre sí, lo que hace de este mar no solo un vecino para las regiones cercanas, sino también para el mundo. Esta situación estratégica es única para facilitar el comercio y la logística a nivel mundial. Pero se necesita liberar el potencial económico regional. Para ello hay que apostar por la integración y construir una estrategia unificada que impulse las inversiones, la construcción, la modernización y gestión de las  infraestructuras y que permita crecer y competir con otras regiones. Urge desarrollar la interconexión del Sur, crear una red de comunicación terrestre, aérea y marítima eficiente e impulsar los corredores multimodales y el corredor del mediterráneo debería ser primordial. Y solo puede hacerse realidad con una alianza regional y su asociación con Europa

Además, tanto en el Mediterráneo como a nivel mundial, el peso del sector es importante. La logística debe ser efectiva porque, sin esto, la economía no puede desarrollarse, una logística eficiente contribuirá a reducir el costo total de los productos para la exportación, importación y distribución en el mercado interno, Es simplemente  sangre para la economía y una verdadera palanca para el crecimiento y la competitividad, 

Apostar por la integración mediterránea cambiaria las tendencias y beneficia a todos. Atraería empresas internacionales, aumentaría las exportaciones, e impulsaría la creación de puestos de trabajo y de empresas locales. Cerrar las brechas existentes entre ambas orillas no será fácil, pero lograrlo significaría una red de transporte más efectiva, más comercio y desarrollo, y convertirse en actor clave en la escena logístico internacional, una apuesta ganadora.

Diario del Puerto, EDICIÓN ESPECIAL SIL, 26 junio 2019


MEDALOGISTICS SUMMIT
https://www.youtube.com/watch?v=cVpzdTCss1k
 


jueves, 4 de julio de 2019

SIL 2019 Salón Internacional de la Logística Barcelona III

"Marruecos, un modelo logístico para África"

Le Maroc, un leader dans le domaine du transport et de la logistique
LIBÉRATION MAROC, Economie,
  Lundi, 1 juillet 2019
https://www.libe.ma/Le-Maroc-un-leader-dans-le-domaine-du-transport-et-de-la-logistique_a109848.html

Le Maroc est un pays leader dans le domaine du transport et de la logistique et son expérience en la matière mérite d'être exportée vers d'autres pays de la Méditerranée, de l'Afrique et de l'Europe, a affirmé, dernièrement à Barcelone, le coordinateur général de l'Association des Chambres de commerce et d'industrie de la Méditerranée (ASCAME), Anwar Zibaoui. "Le Maroc a pris conscience trèstôt de l'importance du transport et de la logistique dans le renforcement du développement économique du pays, et c'est ce qui lui a valu de devenir un leader en la matière", a déclaré M. Zibaoui à la MAP, en marge de la 17ème édition du Sommet Méditerranéen de la logistique et du transport (MedaLogistics Summit), organisé dans le cadre de la 21ème édition du SIL, le Salon leader de la logistique, du transport et de l'intra-logistique en Europe du Sud. M. Zibaoui a relevé que l'expérience marocaine dans ce domaine peutservir de modèle pour d'autres pays de la méditerranée, de l'Afrique et de l'Europe, qui cherchent à promouvoir leur compétitivité économique et à développer leur savoir-faire dans les activités portuaires et logistiques, saluant l'engagement ferme du Royaume à faire du secteur de la logistique une priorité nationale, à même de répondre aux nouveaux besoins en services logistiques et de consacrer le pays comme une destination de choix pour les investissements créateurs d'emplois et de valeur ajoutée. 
"Nous veillons à ce que le Maroc soit présent chaque année à cet événement, et ce en vue de mettre en exergue les avancées importantes qu'il a réalisées dansle secteur du transport et de la logistique et de tirer pleinement profit de son expérience et de son savoir-faire en la matière", a-t-il insisté. Concernant l'importance de ce sommet, M.Zibaoui a souligné qu'il ambitionne notamment de renforcer la position de la Méditerranée comme une grande plateforme logistique mondiale et de soutenir la création d'un réseau de communication terrestre, aérien et maritime, et ce à travers la promotion d'une alliance régionale et d'une association avec l'Europe. Cette rencontre vise aussi à débattre des moyens et des nouvelles voies possibles pour promouvoir l'intégration régionale, condition essentielle de la croissance, a-t-il poursuivi, mettant en avant le rôle que peut jouer le secteur privé dans la promotion du processus de développement socioéconomique en Méditerranée. Cet événement est organisé conjointement par l'ASCAME et le Consortium de la zone franche de Barcelone, en collaboration avec la Chambre de commerce de Barcelone.
 


AFRIQUE  ACTUDAILY+
Auteur:  LIBEMAROC     30 JUN 2019



 AFRICAZINE
Africa News, 30 June 2019